Fitto (FdI): “Serve accordo ambizioso, no compromesso ribasso”

BRUXELLES, 8 Luglio 2020

“Non vogliamo un compromesso al ribasso, ma auspichiamo un accordo ambizioso, la Germania in questo semestre ha una grandissima responsabilita’: mettere da parte l’egoismo e recuperare lo spirito originario della Ue, evitando gli errori del passato”. Cosi’ Raffaele Fitto (FdI) parlando alla plenaria del Pe alla presenza della Cancelliera tedesca Angela Merkel. “Basta austerita’ e condizionalita’ – ha aggiunto – occorre dare una nuova linfa all’economia sostenendo le imprese e i settori maggiormente colpiti”.

“La Germania assume la Presidenza di turno nel momento più difficile nella storia del nostro continente dal secondo dopoguerra ad oggi. Purtroppo fino ad ora la risposta dell’Ue è stata lenta, limitata nella sua efficacia e priva di un vero spirito di solidarietà tra gli Stati Membri.

Ieri la Commissione ha rivisto al ribasso le stime di crescita in Europa: – 8,7% nella zona euro, oltre -10% per Francia, Spagna, Italia.

Oggi abbiamo una sola certezza: non c’è più tempo, è il momento di agire.

Trovare un accordo la settimana prossima è una necessità, fare in modo che i soldi arrivino il prima possibile a cittadini e imprese, un dovere. Ed è per questo che non vogliamo un compromesso al ribasso, ma auspichiamo un accordo ambizioso. La Germania in questo semestre ha una grandissima responsabilità: mettere da parte gli egoismi e recuperare lo spirito originario dell’Unione Europea evitando gli errori del passato.

Basta austerità e condizionalità, occorre dare nuova linfa all’economia sostenendo le imprese e i settori maggiormente colpiti attuando politiche commerciali favorevoli e rilanciando il mercato interno. Ma il mercato interno deve essere equilibrato: la maggiore flessibilità in materia di aiuti di stato non deve acuire le disparità tra gli Stati membri. Va bene chiedere responsabilità nell’utilizzo delle risorse, sbagliato imporre vincoli ledendo il principio di sovranità e autonomia degli Stati. Diciamo sì ad una maggiore sostenibilità ambientale, ma senza compromettere la sostenibilità economica delle nostre imprese.

Un mancato accordo renderebbe ipocrita qualsiasi discussione sul futuro dell’Unione: e su questo vogliamo essere chiari, non abbiamo bisogno di imposizioni centraliste di Bruxelles, ma piuttosto vogliamo una UE più flessibile e più rispettosa delle prerogative dei diversi paesi. È inaccettabile che governi nazionali legittimati democraticamente vengano colpiti con la clava delle presunte violazioni dello stato di diritto, solo perché non “allineati” politicamente con il pensiero di Bruxelles.

Abbiamo bisogno di una svolta anche sulle politiche migratorie. Il suo ministro degli interni, ieri, ha riconosciuto che molti Stati membri sono stati lasciati soli nella gestione dei flussi. Non c’è soltanto il problema della riforma del sistema di asilo ma soprattutto la necessità di difendere con fermezza le frontiere esterne dall’immigrazione incontrollata, prevedendo un blocco navale per fermare la tratta degli esseri umani.

Il ricatto migratorio è una delle armi di Erdogan che sta utilizzando contro l’Europa. È intollerabile che la Turchia continui ad espandere la sua influenza nel mediterraneo nel totale silenzio dell’Unione europea.

È indispensabile raggiungere un accordo virtuoso sulla Brexit e rinsaldare le relazioni transatlantiche: lotta al terrorismo, commercio internazionale possono essere tematiche dove saremo più forti solo se troveremo un accordo con i nostri partner storici.

Vogliamo un’Unione che si confronti senza paura con la Cina: che stigmatizzi con forza gli atteggiamenti di alcuni Stati membri che strizzano l’occhio a Pechino, che difenda concretamente l’autonomia di Hong Kong, che sappia tutelare gli interessi commerciali europei, che sappia contrastare le pratiche sleali e difendere gli asset europei dal rischio di operazioni ostili.

La Germania è il paese di Joseph Ratzinger: un autentico patriota europeo. Il Papa emerito ha sottolineato più volte che non si può pensare a una “casa comune” europea negando la propria identità e le proprie radici comuni. Il mio augurio per la sua presidenza è che si faccia guidare da questi insegnamenti perché l’Europa a non perseveri negli errori del passato.”

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