Pe-Navalny, Procaccini ( FdI- Ecr): sempre apprezzato il coraggio e la fantasia, la serenità e la fede con cui ha portato avanti le proprie idee

STRASBURGO, 28 febbraio 2024

“Ho ascoltato le parole della signora Navalnaya cercando di mantenere un rispettoso distacco per non lasciarmi influenzare dall’emozione, ma è stato difficile. Personalmente seguo le vicende politiche di Aleksej Navalny da anni. Ho sempre apprezzato il coraggio e la fantasia, la serenità e la fede con cui ha portato avanti le proprie idee. Anche quando in pochi riuscivano a comprenderne il senso, il valore”. Così il copresidente del gruppo ECR al Parlamento europeo Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia intervenendo in Plenaria a Strasburgo sul discorso di Julija Naval’naja. “Un “estremista”, così lo hanno etichettato talvolta il mainstream occidentale e solitamente la televisione pubblica di Putin. In realtà Aleksej Navalny era solo un uomo innamorato della Russia, della sua storia e della sua gente. Cristiano, nato in una famiglia di militari, Aleksej non era un pacifista, ma si è sempre battuto per la sua patria senza armi, né paura. Hanno provato a ucciderlo tante volte, nei modi più vigliacchi. C’erano quasi riusciti. Ma niente. Così lui ha dato un bacio a sua moglie, ha salutato i suoi ragazzi, ha preso un aereo ed è tornato in Russia, dove sapeva che ad attenderlo ci sarebbe stata la più dura delle prigionie e la più scontata delle morti. È finita la sua esistenza, ma non il suo sogno di una Russia libera dai tiranni e in pace col mondo. Qualcuno ha detto: beato quel popolo che non ha bisogno di eroi. Non sono d’accordo, tutti i popoli ne hanno bisogno. In pace come in guerra. Sono quegli uomini e quelle donne che parlano agli altri e per gli altri, anche quando tutti sono muti e solitari. Come quel ragazzo che nell’agosto di tanti anni fa affrontò da solo la morte bruciandosi davanti ai carri armati sovietici che invadevano Praga. Il giorno in cui è morto Jan Palach ha vinto la libertà ed è nata l’Europa che amiamo. Sarà lo stesso per Alexsey Navalny. Il 16 febbraio hanno ucciso un uomo libero, ma ne sono nati altri migliaia. In Russia, in Europa, e nel mondo”.

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