Pe, Procaccini (FdI-Ecr): l’Unione Europea deve essere coesa al suo interno e riacquistare quella centralità nello scacchiere internazionale
STRASBURGO, 17 GENNAIO 2024
“Il bilancio dell’ultimo Consiglio europeo è a nostro avviso in chiaroscuro. Siamo soddisfatti del lavoro che è stato fatto sull’allargamento ai Balcani occidentali e sull’avvio delle negoziazioni per l’ingresso di Ucraina, Georgia e Moldavia. Giusta, tra l’altro, la proposta di utilizzare i fondi congelati alla Russia (circa 212 miliardi) per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Ma restano alcuni punti interrogativi su diverse questioni e resta ancora in sospeso la revisione del quadro finanziario 2021-2027, sul quale ancora non si è riusciti a trovare la necessaria unanimità”. Così il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia intervenendo in Plenaria a Strasburgo sulle conclusioni del Consiglio Ue e sui fondi Ue congelati all’Ungheria. “Ecco, e’ certamente importante l’allargamento dell’Unione Europea a nuove nazioni, anche perché, come spesso affermato dalla presidente Meloni, sarebbe più corretto parlare di riunificazione dell’Europa. C’è un’identità culturale, infatti, che viene persino prima di quella politica e c’è la necessità di fare fronte comune di fronte alle difficili sfide geopolitiche di questi anni. È per questo che non dobbiamo fare l’errore tragico di allontanare nazioni che già sono parte dell’Unione Europea. Com’è accaduto con la Gran Bretagna e come rischia di accadere ancora. Per essere ancora più chiaro, trovo miope il costante attacco all’Ungheria che anche oggi qui dentro le si riverserà contro. Un bombardamento politico che non risparmia niente e nessuno. Neanche gli studenti ungheresi, che se ieri non fosse stato approvato quell’emendamento, sarebbero stati esclusi dal programma Erasmus. E questo malgrado i passi avanti fatti dalle istituzioni magiare nel rapporto con la Commissione. Per esempio, riguardo alla riforma della giustizia. Io credo che si debba pretendere dalle istituzioni di Budapest maggiore solidarietà e condivisione, ma credo che in cambio si debba offrire loro maggiore disponibilità ad ascoltarne le ragioni e la giusta serenità di giudizio.
L’Unione Europea deve essere coesa al suo interno e deve riacquistare quella centralità nello scacchiere internazionale, che ha perso o che forse non ha mai avuto. Alle vecchie questioni legate alla denatalità, all’invecchiamento della popolazione, alla perdita di competitività rispetto ad altre zone del mondo e alla gestione dei flussi migratori, se ne sono aggiunte molte altre. Espansionismo cinese e russo, approvvigionamento di materie prime e di energia, sviluppo del continente africano, le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Siamo già in campagna elettorale, sarebbe ipocrita negarlo, ma l’Europa o è qualcosa di più grande delle nostre piccole scaramucce politiche, o non è niente”.