Ue, Fidanza e Sofo ( FdI- Ecr): ribadiamo nostro impegno nella lotta alla violenza contro le donne, ma denunciamo strumentalizzazione della Convenzione da parte delle sinistre arcobaleno

STRASBURGO, 10 maggio 2023

“Oggi a Strasburgo il Parlamento Europeo ha deciso di dare il suo consenso alla ratifica da parte dell’Unione Europea della Convenzione di Istanbul nell’ambito di materie quali istituzioni, amministrazione pubblica, cooperazione giudiziaria in materia penale, asilo e non respingimento. La delegazione di Fratelli d’Italia, nel ribadire il proprio impegno nella lotta alla violenza contro le donne, ha scelto di astenersi per una ragione di metodo e una di merito”. Cosi in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia- Ecr al parlamento europeo Carlo Fidanza e dell’eurodeputato di FdI Vincenzo Sofo componente della commissione Libe.
“Sul metodo, riteniamo problematico il fatto che per accelerare la ratifica della Convenzione da parte dell’Ue si sia deciso di procedere a maggioranza qualificata e non più all’unanimità. Un precedente pericoloso per future decisioni su nuovi accordi internazionali. Nel merito, con la nostra astensione abbiamo voluto ribadire la nostra preoccupazione sulle tematiche legate al gender. La Corte di Giustizia ha ben definito il perimetro dell’adesione alla Convenzione da parte dell’Ue: essa non può riguardare le materie che i Trattati attribuiscono alla competenza esclusiva degli Stati membri, come sappiamo essere l’educazione e il diritto di famiglia. Non esiste quindi alcuna possibilità che la Convenzione venga usata per imporre normative specifiche ai governi nazionali. Tuttavia vogliamo ancora una volta denunciare la costante strumentalizzazione della Convenzione da parte delle sinistre arcobaleno, che vorrebbero farne l’ennesimo cavallo di Troia per imporre l’agenda Lgbt, come accaduto con la risoluzione adottata a Strasburgo lo scorso febbraio. Chi lo fa è in realtà un nemico delle donne perché, come vediamo sempre più spesso laddove questa agenda è stata attuata in modo radicale, sono proprio le donne ad esserne le prime vittime”.

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