Agricoltura Spesa Ue, la Puglia è ultima; il piano di sviluppo rurale I dati Agea sui fondi Feasr. Fitto: ecco i disastri compiuti da Emiliano

«Le sentenze del Tar, la Xylella nel Barese, la Puglia ultima in Italia per spesa aiuti europei… quando pensavamo che fosse impossibile fare peggio per l’agricoltura pugliese ecco che oltre al danno arriva anche la beffa, quella che fa anche più male della pessima gestione, del batterio e del maltempo! Emiliano, in un confronto con il Forum delle Famiglie, ha testualmente detto: “Da 4 anni la Xylella è ferma, caso vuole che io sono presidente da 4 anni”. Una dichiarazione che offende migliaia e migliaia di coltivatori, aziende agricole, frantoiani, vivaisti, operatori turistici, cittadini di un territorio che assistono, da anni, a questo scempio». Raffaele Fitto, eurodeputato e candidato governatore di FdI, torna ad attaccare a testa bassa la gestione dell’agricoltura da parte del presidente della Regione-assessore al ramo.

«In questi anni il batterio ha colpito oltre 18 milioni di ulivi, provocato danni per 1,6 miliardi. Quando Emiliano si è insediato gli ulivi colpiti da xylella – dice – erano solo in alcune zone della provincia di Lecce, ma non attuando le misure di contenimento imposte dalla Comunità europea – così come non adottando il Piano di Monitoraggio degli ulivi leccesi ed andando dietro alle polemiche quotidiane – ha provocato il disseccamento di tutto il patrimonio ulivicolo in provincia di Lecce, consentendo così che il batterio arrivasse a Brindisi, a Taranto e oggi anche a Bari». Quanto al Piano di sviluppo rurale, «da quando svolge anche il ruolo di assessore all’Agricoltura il Tar ha prima annullato la graduatoria della misura 4.1.a, la più importante del Psr e, poi, ha annullato la circolare dell’Autorità di Gestione che cambiava inopinatamente e in corsa i criteri per la partecipazione ai bandi consentendo di posticipare la presentazione del Durc e della bancabilità a chi presentava la domanda». Ieri, infine, è arrivato «l’ennesimo bollettino nefasto per la Regione: l’Agea ci informa che al 31 maggio scorso la Puglia sempre è la peggiore in Italia per avanzamento della spesa (quota nazionale e quota europea Feasr) pari al 31,75% notevolmente inferiore sia alla media nazionale al 47,00% che a quella delle Regioni meridionali al 41,43%. Solo per capire l’entità del disastro facciamo qualche esempio: la Calabria 53,28%, la Campania 42,88%, la Sicilia 41,66% e la Basilicata 40,85%». Vuol dire che «al 31 dicembre sono a rischio disimpegno (vale a dire di restituzione) circa 319 milioni di quota pubblica e circa 193 milioni di quota europea. Aiuti che vengono persi per colpa di una gestione delle politiche agricole che non ha mai conosciuto un simile disastro»

Palra di «disastro nella gestione del Psr» anche per il settore della Pesca, che attinge dal Fondo Feamp, Antonella Laricchia, candidata governatore dei Cinque Stelle pugliesi. «Di 90 milioni di euro che il Fondo ha previsto per la Puglia, ad oggi siamo fermi a 1.760.000 euro di spesa certificata. A settembre 2019 la spesa certificata era di 638.760 euro; a ottobre 2019 eravamo a 1.270.000. Allora l’assessorato rispondendo ad una nostra interrogazione aveva assicurato che entro dicembre 2019 – riferisce Laricchia – si sarebbe arrivati (nella migliore delle ipotesi) a certificare una spesa di 6 milioni di euro. Una cifra comunque irrisoria ma che, stando ai dati aggiornati al 14 maggio 2020, sembra ancora lontana dall’essere raggiunta». La pesca è «un settore purtroppo attraversato da una crisi che dura da tempo e di cui la Regione non si è minimamente preoccupata. Per dare un nuovo sviluppo al comparto sono necessari progetti e interventi di gestione degli stock ittici e di riproduzione controllata di specie target finalizzata al ripopolamento a mare; programmi e progetti di incentivazione rivolti agli operatori della mitilicoltura – spigea Laricchia – per conferire le reti in plastica in appositi centri e per sostituirle con reti a formulazione biodegradabile già disponibili sul mercato; linee guida volte ad individuare gli spazi marini idonei per nuovi impianti di maricoltura. Punti contenuti nel nostro programma, sui quali ci siamo già confrontati con le associazioni di categoria. In questo modo daremo nuove possibilità ai tanti giovani che vogliono restare in Puglia e a chi è stato costretto ad andare via, ma desidera solo tornare nella nostra splendida terra. Serve un netto cambio di passo per lavoro, agricoltura e pesca: settori distrutti da questo Governo regionale».

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